09 gennaio 2020

NOTA DELL'AUTORE

L'idea di un blog come questo è nata, nella mia testa, anni fa. L'avevo anche messa in pratica, un paio di volte. Poi, in seguito a vicende personali che mi hanno completamente distolto ed assorbito in tempi diversi, ho dovuto rinunciare a continuare.
Ora spero vivamente che sia la volta buona, ovvero quella in cui possa iniziare senza smettere finché non avrò esaurito gli argomenti - tantissimi - che voglio raccontarvi.
Eh già: in questo blog si parla di storia, Ma non della storia che tutti noi abbiamo studiato a scuola... Qui si parla di storie brutte, di storie con morti, feriti, con buoni e cattivi. Qui si narrano vicende realmente accadute con nomi, date, luoghi e persone esistenti o che sono esistite.
Le storie che vi racconterò, riveriti lettori, trattano gli episodi più brutti che l'Italia ha attraversato nel corso del Novecento. Vi racconterò gli anni bui che ci hanno accompagnato come fossero un'ombra da cui nessuno di noi si può separare. Parlerò della "stagione delle stragi" (piazza Fontana, Ustica, piazza della Loggia, ecc.), della nascita delle organizzazioni criminali come Cosa Nostra o la 'Ndrangheta, della loggia P2 di Licio Gelli, del crack della Banca Privata di Michele Sindona e della misteriosa morte di Roberto Calvi.
Tanta roba, riveriti lettori: storie che, solo a sentirle, ancor oggi, a distanza di decenni dal momento in cui sono accadute, fanno venire i brividi lungo la schiena perché sono state talmente brutte che nemmeno il più abile degli sceneggiatori le avrebbe immaginate per poi trasporle in un set cinematografico.
Durante tutti questi anni in cui ho raccolto documenti, interviste, atti processuali, una cosa non ha smesso mai di lasciarmi a bocca aperta: il contrasto tra la genuinità - a volte sfociante in "faciloneria" - di noi italiani e la scaltrezza di coloro che si sono macchiati degli ignobili atti di cui parlerò.
Perché, quindi, creare un blog pieno di storie così brutte?
Solo ed unicamente per un fine: la memoria.
Ho sempre pensato che un Paese senza memoria sia destinato ad essere un Paese senza futuro.
Mi è capitato di sentire giovani - studenti ma anche neolaureati - che non hanno la più pallida idea di chi siano Giovanni Falcone o Paolo Borsellino. O che non abbiano mai sentito parlare della Banda della Magliana oppure della strage di Ustica. È avvilente.
Il tempo infatti trascorre inesorabile e, vittime a parte, si porta via le persone che quegli eventi li hanno vissuti in prima persona. E se oggi, grazie al cielo, esiste Internet dove ognuno di noi ha modo di effettuare ricerche e documentarsi, è altrettanto vero - ed innegabile - che siano pochissimi coloro i quali abbiano voglia di farlo. Proprio per questo motivo, ritengo utile che qualcuno debba prendersi la briga di mettere tutti i pezzi insieme - quasi come fossero le tessere di un immenso mosaico - e di raccontare i fatti come fossero un romanzo giallo ricco di colpi di scena e di vicende neanche lontanamente immaginate.
Lo stile dei miei racconti sarà proprio questo e, a scanso di equivoci e fraintendimenti, vi informo che tutto ciò che pubblicherò si basa su interviste televisive e giornalistiche, atti processuali e bibliografia pertinente. Nulla è inventato ma tutto è basato su documenti esistenti che verranno citati a chiusura di ogni storia.
Un'ultima precisazione importante: il blog è libero, indipendente e non legato ad alcuna corrente ideologica e/o politica. Chi vorrà potrà utilizzarlo liberamente a scopo didattico o per incontri pubblici che tratteranno gli argomenti inseriti nei post.
L'unica cosa che chiedo, è quella di essere citato in qualità di autore ogni qualvolta il blog verrà utilizzato come fonte di informazione.
Anticipatamente grazie a chi vorrà dedicare del tempo alla lettura dei fatti che racconterò e, magari, lasciare una piccola traccia del proprio passaggio.